Forse non tutti sanno che la presenza di fessurazioni da ritiro sulla superficie del legno massiccio non è assolutamente un difetto, ma una manifestazione fisiologica del ritiro dimensionale che è inevitabilmente legato all’essiccazione. Perciò, le fessurazioni sono la “prova” della stagionatura, ed è normale che compaiano sulle superfici di una trave. Dal punto di vista meccanico, in una trave inflessa le fessurazioni nel piano verticale non hanno alcuna influenza sulla resistenza. Anche quelle nel piano orizzontale, purché non passanti, hanno una moderata influenza sulla resistenza a taglio dell’elemento, che però viene già considerata nei coefficienti di sicurezza applicati al materiale (ad es. la DIN 1052 considera normale una profondità di fessurazioni sino al 45% della larghezza dell’elemento in legno massiccio).
Le fessurazioni da ritiro non debbono essere stuccate o riempite con materiale rigido, per non creare un effetto “cuneo” che avrà l’unico effetto di farle progredire. Particolare attenzione va inoltre posta per gli impieghi non consueti degli elementi lignei, quali le travi con intaglio sulle testate e gli elementi sospesi, che però il progettista accorto normalmente evita.
Infine occorre saper distinguere tra le fessurazioni da ritiro e due difetti che invece comportano un forte decremento delle prestazioni: le cipollature e le fessurazioni trasversali (lesioni dei tessuti legnosi originate da tensioni interne eccessive o da traumi all’abbattimento).
Tratto da “Il legno massiccio in edilizia. Idee, materiali e tecniche per costruire in armonia con l’ambiente” 2003 – Federlegno-arredo.